domenica 2 ottobre 2011

Rimigliano - PER ORA

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Sull’assemblea del 30 settembre di presentazione al popolo, da parte del Comune, della variante bis al Regolamento Urbanistico di Rimigliano è già stato riferito tutto quanto era possibile dire.

Per fare un minimo di ordine e non restare travolti dalla incredibile mole di irregolarità emerse da quella presentazione, si riepilogano di seguito le più evidenti ed incredibili assurdità (tecniche ed urbanistiche) esposte dagli illustratori della variante bis (Biagi, Bandini, Filippi e Giommoni):

1) Ammissione (documentale) che la variante approvata del Piano Strutturale e la variante adottata un anno fa al Regolamento Urbanistico si basavano su dati falsi o quantomeno sbagliati.

2) Ammissione e conferma (Filippi e Giommoni) che la Superficie Utile di edifici agricoli trasformabile in abitazioni continuerà ad essere calcolata comprendendo nel calcolo anche le concimaie, le serre, le voliere ecc. sostenendo che la normativa urbanistica vigente di San Vincenzo lo consente, quando invece tutti sappiamo che questo sistema di calcolo (non previsto delle norme) non viene mai applicato (ovviamente, ci mancherebbe altro) per le pratiche edilizie dei semplici cittadini.

3) Affermazione (Filippi) secondo cui gli edifici della tenuta che esistevano al 1 settembre 1967 possono essere considerati urbanisticamente regolari. Affermazione ovviamente del tutto infondata, in quanto questa data limite, introdotta dalla legge 47/1985, vale esclusivamente per la regolarità degli atti di compravendita, e non viene accettata per buona, ai fini della regolarità urbanistica, da nessun Comune (neanche da San Vincenzo!)

4) Conferma (Filippi) che non è stato neppure possibile verificare l’esistenza al 1 settembre 1967 di tutti gli edifici, dal momento che i rilievi aereofotogrammetrici disponibili sono del 1954 (dove molti edifici mancano) e del 1974 (data troppo tardiva). Ammissione quindi che molti edifici sono stati costruiti dopo il 1954 e quindi a maggior ragione dopo il 1939 (data del primo Regolamento edilizio di Campiglia-San Vincenzo e quindi effettivo limite temporale di regolarità urbanistica per edifici privi di permessi)

5) Ammissione quindi di completa ignoranza da parte del Comune in merito alla regolarità urbanistica degli edifici da trasformare in abitazioni, con promessa solenne (verbale) di accertare questa regolarità volta per volta al momento della richiesta dei permessi, con il massimo rigore. Come fatto ad esempio nel caso dell’abitazione sulla duna dei Lecci (detta ecomostro).

6) Ammissione (tutti) che non esiste una schedatura tecnica, quotata, ufficiale degli immobili esistenti, come la legge richiederebbe.  Quindi, una volta che, rilasciati i permessi, i vecchi edifici saranno stati demoliti e ricostruiti altrove, si perderà definitivamente ogni memoria dell’esistente, con impossibilità oggettiva di alcun controllo postumo sulla consistenza dei volumi, anche, eventualmente ci fosse la necessità, da parte della Magistratura.

7) Ammissione (documentale) che la richiesta della Regione di evitare la trasmigrazione dei volumi qua e la per i nuclei poderali, non è stata accettata. Solo per fare un esempio, circa 5/6 dei volumi (meglio: cosiddetti volumi) del podere Contessa Lea (circa 3.500 mq), saranno trasferiti in altri nuclei, dovendo far posto ai 6.000 mq dell’albergo.

8) Ammissione (documentale) del notevole incremento delle  possibilità di demolizione (e ricostruzione altrove) di edifici esistenti rispetto alla variante adottata. Sono rimasti ormai solo pochissimi edifici principali a due piani, con demolizione di tutti gli annessi in muratura, anche importanti, anche di valore storico testimoniale e paesaggistico. Basta fare il confronto fra il discreto numero degli edifici campiti in rossi della variante adottata e quelli (pochissimi) della variante bis, fra l’altro ormai completamente circondati ed oscurati dalle nuove villette a schiera dei volumi recuperati. Sarebbe probabilmente stato più onesto e architettonicamente più coerente prevedere la demolizione e ricostruzione di tutti gli edifici esistenti, senza la assurda foglia di fico di un singolo residuo edificio per nucleo poderale.

9) In questa situazione:
* di rilievo del patrimonio edilizio esistente riconosciuto falso o sbagliato,
* di mutamento sostanziale dei parametri di base del Piano,
* di mutamento sostanziale delle previsioni volumetriche e della normativa,
viene tranquillamente comunicato che fra meno di tre giorni la variante bis (che nessuno in realtà ancora conosce) sarà definitivamente approvata. Senza una preventiva adozione.
* Senza possibilità per la proprietà di presentare osservazioni sulla riduzione di 3 mila e rotti metri quadri di abitazioni.
* Senza possibilità per chiunque di presentare osservazioni sulla demolizione di fabbricati storici che nella variante adottata erano stati giudicati di valore.
* Senza possibilità di presentare osservazioni sui parametri e sulle norme sostanzialmente modificati.
In clamoroso contrasto con lo spirito, ma anche con la lettera della legge urbanistica della Toscana e con il principio di comunicazione e partecipazione, già precedentemente violato e disatteso (come ricordato anche dal prof. Morisi) ed ora incredibilmente abrogato.

Queste sono quindi, messe in fila, solo alcune (quelle che al momento ci si ricorda) fra le principali irragionevolezze emerse dalla presentazione del 30 settembre.
Se vi sembrano poche o poco importanti …

Su tutto il resto ne riparleremo dopo il Consiglio Comunale di lunedì.

Nel frattempo riflettiamo tutti sul lapsus “dal sen fuggito” dell’assessore all’urbanistica, quando ripetendo il mantra del sindaco Biagi (fin che ci sarò io – due anni e mezzo, forse – nessuna concessione balneare o roba simile a Rimigliano) Bandini ha detto: “Nessuna concessione balneare per l’albergo. Le norme non lo consentono”. Ma, di seguito, gli è scappata irrefrenabile la locuzione: “PER ORA”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono pazzi questi GIOMMONI.
Ci rivedremo a FILIPPI.

Anonimo ha detto...

ma Giommoni e' la controfigura del MORISI???...

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