venerdì 13 aprile 2012

I volumi insanabili di Rimigliano

Gran parte dei volumi di Rimigliano non è recuperabile.
Lo stabilisce l'art. 5 del regolamento urbanistico di San Vincenzo, richiamato dal geom. Filippi.
 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Nella Relazione esplicativa (qui se vuoi 5,6 Mb) del 12.9.2011, sottoscritta dal  dirigente Andrea Filippi, ed allegata come parte integrante al Regolamento Urbanistico di Rimigliano approvato di lì a poco, con delibera n. 83 del 3.10.2011, il geom. Filippi, con la consueta chiarezza ed esaustività,  spiega che:
............................
 "In merito alla legittimazione degli edifici esistenti, non essendo presenti agli atti del Comune di San Vincenzo pratiche edilizie in merito, ed essendo stati realizzati totalmente prima del 1° settembre 1967, come si può dedurre dall’esame delle Foto aeree del 1954 (GAI) e del 1976 (EIRA) e dall’acquisizione di varie testimonianze di persone che a vario titolo hanno frequentato, lavorato o risieduto, prima di tale data, nella tenuta, gli stessi possono essere inseriti nello stato attuale di un eventuale Titolo abilitativo, previa presentazione di un regolare accatastamento, ai sensi di quanto stabilito dall’Articolo 5 del Regolamento Urbanistico. In tal senso si richiama integralmente il parere legale contenuto nell’osservazione alla variante gestionale al R.U., accolta, presentata dal Dott. Mauro Cristiani, Notaio in Campiglia Marittima , che si allega in copia alla presente dal quale risulta quanto sopra detto."
Di seguito il geom. Filippi rassicura tutti che ..... 
"gli edifici che non fossero in possesso dei requisiti sopra descritti non saranno ammessi al recupero."
*******************************************
Nonostante la  nota precisione ed esaustività del geom. Filippi, la sua  relazione esplicativa e quindi il Regolamento Urbanistico di cui tale documento è parte integrante, contiene alcune gravi, oggettive e deplorevoli omissioni che, una volta corrette con il testo esatto dell'articolo 5 richiamato, ribaltano completamente il senso ottimistico e rassicurante che trasuda dalla relazione Filippi.
Al contrario proprio la semplice applicazione dell'invocato art. 5 del Regolamento Urbanistico (nella versione completa, senza le omissioni) comporterà l'insanabilità e la conseguente inammissibilità al recupero, di ben oltre il 50% dei famosi 16.608 metri quadri della cosiddetta consistenza della tenuta.
***************************
Si riporta di seguito, segnando in verde le parti riportate dal geom. Filippi nella relazione allegata al RU ed in rosso le parti che Filippi ha simpaticamente omesso.
Art. 5 del regolamento Urbanistico di San Vincenzo
"Per gli edifici esistenti nei Sistemi ambientali ed insediativi del territorio Comunale, realizzati prima del 1º settembre 1967, ancorché difformi dal progetto esistente agli atti comunali, la conformità urbanistica ed edilizia è attestata dal certificato di abilitabilità (ove questo dichiari la conformità al progetto approvato) e dall'accatastamento dello stesso conformemente allo stato attuale. Tale conformità non è considerata nel caso in cui siano intervenuti provvedimenti per la riduzione in pristino della difformità."
----------------
Inoltre il parere legale del notaio Cristiani, richiamato, allegato e fatto proprio dalla Relazione Esplicativa, chiarisce (penultima pagina, ultime righe in grassetto QUI: 5,6 Mb) un ulteriore punto: le planimetrie catastali conformi allo stato attuale, debbono essere (ovviamente)  le planimetrie catastali "dell'epoca" (1970 o precedenti) e non certo planimetrie presentate strumentalmente in questi ultimi anni.
---------------
Da una lettura superficiale della Relazione Filippi, sembra quasi che basti produrre una qualsiasi dichiarazione di preesistenza di un immobile al 1967 e allegare una planimetria catastale di qualsiasi data che riporti lo stato attuale dell'immobile, per la regolarizzazione di quel volume e quindi per ritirare il permesso edilizio per recuperare quel volume qua e là per la tenuta.
Naturalmente non è così, e il tecnico comunale che avvallasse una così bizzarra procedura, finirebbe in guai serissimi. (altro che ecomostro!)
Infatti, come ci insegna il buon geom. Filippi, la legge da applicare è quella semplicissima dell'art. 5 del regolamento urbanistico. Naturalmente nella sua versione ufficiale e completa e non in quella filippicata, con simpatiche varie omissioni.
Cosa dovrà fare quindi chi vuole dimostrare la regolarità di un immobile della tenuta per poterne poi recuperare il volume qua e là?
Semplice. Dovrà fare, come insegna Filippi, e come prescrive l'art. 5 del RU, quanto segue:
1) Esibire le licenze edilizie,
che però secondo la relazione pare non esistano o non si trovino.
Oppure (art.5):
2) Esibire una dimostrazione certa (non chiacchere)  dell'esistenza dell'edificio al 1 settembre 1967.
3) Esibire il certificato di abitabilità.
Non un semplice certificato di abitabilità, ma un certificato nel quale sia attestato che l'immobile è conforme al progetto approvato. (vedi sopra art. 5).
Quindi ci deve essere comunque un "progetto approvato" ed un certificato di abitabilità dell'epoca (max 1967-70) nel quale sia attestata la conformità (sia pure secondo le blande regole dell'epoca) del costruito alla licenza rilasciata.
4) Esibire la planimetria catastale dell'immobile dell'epoca (max 1970) conforme allo stato attuale dell'immobile.
5) Dichiarare che l'immobile non è mai stato oggetto di contestazioni da parte del Comune relativamente alla sua regolarità urbanistica.
*************************
Quanti degli immobili di Rimigliano sono in grado di soddisfare a queste cinque condizioni, imposte dall'art. 5 del Regolamento Urbanistico di San Vincenzo?
Si può tranquillamente rispondere senza tema di smentite: NESSUNO!
Rimangono salvi solo ed esclusivamente due tipologie di immobili:
1) Quelli realizzati prima del 1939
2) Quelli realizzati posteriormente, ma dotati di regolare licenza edilizia
Quanti sono?
NEPPURE IL 30% di quelli esistenti.
Certamente NESSUNA voliera, NESSUNA fagianaia, NESSUNA concimaia, NESSUNA delle migliaia di mq. di tettoie aperte, NESSUNA serra copriscopri.
Sarei proprio curioso di vedere una abitabilità od una planimetria catastale anni sessanta, di codesti bei manufatti.
Si offrono MILLE EURO per ogni abitabilità originale di fagianaia (se in buono stato). CINQUECENTO, se sbrodolata.
 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Facciamo un esempio:
Qui sotto il volo 2010, dove si vedono il nucleo del podere Walfredo ( a sinistra) ed il nucleo abitato del podere Casa delle Guardie ( a destra)

Qui sotto si mostra il volo GAI del 1954.
I tre edifici principali del podere Walfredo sono già presenti.
Invece NESSUN fabbricato del podere Casa delle Guardie è ancora stato realizzato. Mancano proprio tutti.

Qui sotto, ancora il volo 1954 con sovrapposta la sagoma degli edifici oggi esistenti, ma (nel caso del podere Casa delle Guardie) all'epoca inesistenti.

Se, come dice Filippi, nella relazione esplicativa allegata al RU
"In merito alla legittimazione degli edifici esistenti, non essendo presenti agli atti del Comune di San Vincenzo pratiche edilizie in merito"
Se ne deduce che mancano le licenze edilizie, non solo, come ovvio per le fagianaie, serre, concimaie, teleferiche, skilift ecc, ma anche per alcuni edifici importanti, come ad esempio quelli della Casa delle Guardie.
Quindi anche per questi edifici (sicuramente post 1954, ma forse anche post 1967) non ci sono possibilità di recupero, viste le condizioni impossibili poste dall'art. 5 del RU.
Resterebbero solo quelli ante 1939. Una piccolissima parte dei volumi censiti (circa 2.000 mc, non di più).
Un vero e proprio dramma.
A questo punto il problema della Commissione paritetica diventa, in confronto, un semplice bruscolino.
***************************************
Si attende con vera curiosità di sapere a quale fortunato tecnico dell'ufficio edilizia saranno assegnate le prime pratiche della Rimigliano s.r.l. con le richieste di Permesso per il recupero dei volumi posteriori al 1939 e privi di licenza edilizia, e come queste pratiche saranno giostrate. Suvvia, stupiteci !

6 commenti:

UGUCCIONE ha detto...

Scartabellando fra le carte del nonno ho trovato l'abitabilità del pollaio che costruì, soprelevando la concimaia delle Chiusacce.
A dir la verità il nonno fece diversi abusi: un piano in più, un gabinetto separato per le galline e una piccola dependance per il papero.
Ma il certificato di abitabilità dice che è tutto regolare e la planimetria catastale del 1958 torna perfettamente col pollaio attuale. meglio così.
Il documento è assai sbrodolato, ma 500 euro li vale tutti.
Attendo l'arrivo del bonifico per spedirlglielo.
Saluti.
Uguccione

Anonimo ha detto...

viene da chiedersi, ma se queste cose sono vere, fino ad ora, cosa ci avete raccontato?!? non era meglio verificare con accuratezza le carte rilasciate dal comune e magari dare prima un occhiata al RU, invece di gridare alla speculazione edilizia?!? com'è possibile che nel giro di due giorni si sia passati da "per il comune è tutto lecito", a "per il comune non è quasi niente lecito"?

Rimigliano ha detto...

Vedi, caro anonimo, come dice il detto popolare: "il diavolo sta nei dettagli".
E allora questi dettagli vanno trovati, scavando con pazienza. Non sono mai lì belli spiattellati.
Però, quando chi vuol fare le furbate non è all'altezza del compito, succede che finisce spesso per trascurare qualche dettaglio, spesso decisivo.
Quando poi si arriva al dunque, e si accorgono dell'inciampo micidiale che si sono lasciati sulla loro strada, che fanno?
Se, come spesso succede, nessuno si è interessato a fondo, e tutto tace, si fanno coraggio e saltano l'inciampo sperando che nessuno se ne accorga.
Se invece l'inciampo è già stato scoperto e segnalato a chi di dovere, la faccenda può diventare dimolto, ma dimolto dura.
Capito?
Tu dici, ma allora fino a ora che c'avete raccontato?
La verità.
Certo che c'è la speculazione edilizia. Certo che per il Comune sembra tutto lecito. Basta vedere i veri e propri troiai che hanno avuto il coraggio di fare fra l'approvazione del PS e quella del RU di rimigliano, con volumi apparsi e scomparsi, fagianaie miracolose, concimaie redivive, migliaia di mq che vanno e vengono e chi se ne frega......
Poi si scopre che gran parte degli edifici sono per legge abusivi e partono anche gli esposti.
Allora il geom. dirigente fa un bel comunicato stampa dove la toppa è peggio del buco.
Caro anonimo. Il piano di Rimigliano ormai sta andando bellamente a ramengo e sai perché?
Si può spiegare tutto con una sola parola:
INCOMPETENZA da avanspettacolo.
A tutti i livelli.
Prosit!

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Matteo Cipriani ha detto...

Senti "Rimigliano" tu che sei un baluardo della legge e dell'onestà in Val di Cornia perchè non ti firmi con nome e cognome? Non sei mica Zorro che combatteva le ingiustizie bendato. Io ti voglio conoscere, ho il diritto di sapere chi difende i miei interessi di povero cristo.
Un saluto.
Matteo Cipriani

Rimigliano ha detto...

Caro Matteo,
a parte che il Comitato per la salvaguardia del parco naturale costiero di Rimigliano, è composto attualmente da dodici componenti che si alternano sul blog, e che, quando necessario si firmano,
(vedi ad esempio http://san-vincenzo-livorno.blogspot.it/2011/11/rimigliano-8-domande-alla-garante-della.html),
non è che la firma "con nome e cognome" possa aggiungere o togliere qualcosa alle argomentazioni che vengono presentate sul blog.
Tutto quanto viene detto è infatti sempre provato e dimostrato con foto, con documenti, con citazioni precise, come anche in questo stesso post.
Qui non troverai mai offese gratuite, diffamazioni o anche semplici critiche prive di riscontri, che potrebbero necessitare di un anonimato dietro cui nascondersi.
Tutto viene accuratamente verificato.
Ti sfido a citarmi qualche altro mezzo di informazione che a sostegno di qualsiasi argomentazione, pubblichi così tanti documenti dimostrativi (foto, riproduzioni, rimandi, precisi riscontri, link, ecc.)
Cordiali saluti.
Don Diego De La Vega

Archivio blog