sabato 6 settembre 2014

Nuotando dopo la pioggia


Il 1 settembre 2014, nel mare di fronte a tutto il tratto urbano di San Vincenzo, dalla punta a nord del porto, fino a Riva degli Etruschi, sono stati registrati valori altissimi di inquinamento da coliformi ed enterococchi fecali, fino al quadruplo dei valori massimi consentiti dalla legge, con la conseguente chiusura per due giorni di circa il 90% delle spiagge cittadine.
Una simile circostanza non si era mai precedentemente verificata, o quantomeno mai con questa estensione e con questi elevati valori di inquinamento.
Quest’episodio, oltre che gravemente deleterio per l’immagine turistica di San Vincenzo, ha svelato l’esistenza, mai prima così oggettivamente certificata,  di un non trascurabile pericolo per la salute pubblica, perlomeno in determinate circostanze.
Cos’è successo, allora, il primo settembre?
E’ successo che. per la prima volta da anni  i prelievi routinari dell’ARPAT sono casualmente caduti nella mattinata susseguente ad uno scroscio di pioggia (10 mm) che, dopo quasi un mese di asciutto,  aveva interessato il paese poco dopo l’alba.
La risposta sembrerebbe quindi molto semplice: è stata una “conseguenza” della pioggia. Non certo una “colpa”, ma una conseguenza di quello scroscio di pioggia che ha smascherato altre colpe.
 Quali sono quindi queste colpe e chi sono i colpevoli?
le risposte in fondo al post......
Evento piovoso delle prime ore del 1 settembre (10 mm) ed eventi del mese precedente
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Zona Balneare CONCHIGLIA
Dal Bagno di via dell’Orata (confine comunale) fino a 50 metri a sud del fosso delle Rozze
Punto di prelievo ARPAT: 50 metri a nord della Foce del fosso delle Rozze
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (regolare)
Escherichia coli                89  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali      5  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)


Zona Balneare SAN VINCENZO CENTRO NORD
Da 50 metri a nord del bagno La Perla, fino al Porto
Punto di prelievo ARPAT: alla Punta, accanto al Bucaniere
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (irregolare)
Escherichia coli            1.298  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali   330  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)



Zona Balneare SAN VINCENZO CENTRO SUD
Dal Porto fino al Renaione ed a tutto il bagno Delfino
Punto di prelievo ARPAT: di fronte al Delfino
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (irregolare)
Escherichia coli            1.652  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali   860  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)


Zona Balneare PRINCIPESSA NORD
Dal bagno Delfino fino a via del Tirreno
Punto di prelievo ARPAT: di fronte al bagno Florida
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (irregolare)
Escherichia coli               945  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali   360  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)


Zona Balneare PRINCIPESSA CENTRO
Dal Bayahibe-foce delle Prigioni, fino a tutto l'hotel I Lecci
Punto di prelievo ARPAT: di fronte al bagno Venere
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (irregolare)
Escherichia coli            1.445  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali   440  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)



Zona Balneare PRINCIPESSA SUD
Dall'hotel I Lecci, fino a tutta Riva degli Etruschi
Punto di prelievo ARPAT: di fronte all'ufficio spiaggia di Riva degli Etruschi
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (irregolare)
Escherichia coli               406  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali   260  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)



Zona Balneare BOTRO DEI MARMI NORD
Da Riva degli Etruschi, fino a 50 metri dal Botro ai Marmi
Punto di prelievo ARPAT: all'inizio della dog-beach
Prelievo del 1 settembre 2014 dopo pioggia intensa. (regolare)
Escherichia coli                52  mpn/100ml   (consigliato <10, max di legge 500)
Enterococchi intestinali    21  ufc/100ml     (consigliato 0, max di legge 200)



1) Secondo l’assessore  la colpa è dell’ARPAT che ha fatto i prelievi poco dopo la pioggia, invece di aspettare almeno un giorno o due. Punto di vista neppure commentabile!
2) Secondo il sindaco la colpa è dell’ASA che gestisce le fognature nere e le stazioni di pompaggio alla foce dei due fossi principali, stazioni che ogni tanto si bloccano e sversano liquami in mare. Punto di vista incongruente, dal momento che l’inquinamento ha interessato quasi 5 chilometri di litorale, arrivando a spiagge lontanissime, sia a nord che a sud, dagli impianti ASA e assolutamente non influenzabili da loro eventuali e nemmeno provati sversamenti.
E allora?
Per quanto riguarda i periodici sversamenti (non sempre correlati agli scrosci d’acqua) degli impianti di accumulo e pompaggio dell’ASA, è ovviamente necessario intervenire immediatamente, in attesa della razionalizzazione e separazione della intera rete fognaria, potenziando e adeguando questi impianti in maniera che non siano più soggetti a sversamenti.
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Per il resto invece bisogna metter mano ai principali responsabili di quest’ultimo clamoroso inquinamento, e cioè i FOSSI: principalmente il Renaione e le Prigioni (con  val di Gori e Bufalone). Ma anche (dove i fossi non arrivano)  le fognature BIANCHE;  tutte quelle tubazioni che portano a mare le acque bianche; cioè le acque pluviali provenienti, solo in caso di pioggia,  dai tetti, attraverso le calate e dalle strade, piazze e cortili, attraverso le caditoie.
Queste acque possono anche essere sporche di terra, polvere, di residui oleosi e anche di residui organici animali provenienti da campi e strade, ma in misura talmente marginale da non poter provocare elevato inquinamento da batteri fecali.
Se però, sia ai fossi scoperti ed ai loro affluenti, che a tali tubazioni sotterranee (grandi collettori stradali, piccole e medie tubazioni locali, vecchie e nuove) che in gran numero sboccano a mare, risultano allacciati anche un numero significativo di scarichi di tipo agricolo (piccoli allevamenti, concimaie) o di tipo civile (scarichi grigi, sfiori di fosse settiche, pozzi neri o troppo pieni), allora il discorso cambia.
Nella stagione asciutta questi scarichi (abusivi o storici che siano) dalla portata troppo modesta per scorrere superficialmente, costituiscono dei rigagnolini che si perdono presto, andando a impregnare il fondo dei fossi .  Nelle fognature bianche, invece, stagnano nei tratti in pari, riempiono i pozzetti di transito (avete presente l’odore di bottino che esce dalle caditoie stradali in zona pedonale quando non piove da un po’?), si perdono nelle crepe dei tubi e, a volte, arrivano fino in spiaggia, piccoli rigagnoli maleodoranti che si perdono subito nella rena.
Quando, dopo un mesetto di lento e silenzioso accumulo di questo materiale, arriva una bella acquata, questa provvede a ripulire fossi e fognature bianche portando in pochi minuti in mare gli scarichi neri di un mese, e facendo salire alle stelle i coliformi e gli enterococchi.
E allora?
Allora ci vorrebbe una apposita task force del Comune (un paio di persone) che si dedicasse ad una certosina ricerca degli scarichi neri nei fossi (tutti individuabili con un po’ di tempo e di pazienza) e degli scarichi neri nelle fognature bianche (più difficili, ma anch’essi individuabili, ispezionando pozzetti e seguendo rigagnoli e odori). Lavoraccio purtroppo, antipatico e lungo, ma indispensabile e non più rinviabile.
E nel frattempo?
Dopo ogni pioggia significativa; specie quelle piogge che colorano il mare di fronte alle foci dei fossi, il SINDACO, senza bisogno di nessuna ARPAT, fa sospendere la balneazione per almeno 24/36 ore.
Semplice, efficace, ragionevole, prudenziale.
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Accanto al problema sopra trattato della contaminazione dei fossi e delle fognature bianche da parte di acque nere, c’è il problema opposto, ma ugualmente compromettente per l’efficienza del sistema, della contaminazione della fognatura nera da parte di acque bianche pluviali.
 Questa commistione è tale che non si può parlare di fognatura nera, ma semmai di fognatura mista, con conseguenze gravissime sui costi di depurazione e sui pericoli di insufficienza degli impianti in caso di piogge particolarmente forti.
 Basti pensare che l’impianto di Guardamare, nel periodo estivo, arriva a trattare le acque provenienti dalla fognatura, con una portata media di 67 mc/ora, ma che questa portata media deve salire ad oltre 200 mc/ora in caso di pioggia. Quindi quando piove, la massa di liquami da depurare triplica, con conseguenti costi di impianto e di consumi.
Non solo, oltre una certa portata di pioggia, l’impianto di depurazione (come anche gli impianti di ripompaggio della rete fognaria) arrivano alla loro capacità limite, e, a volte, la superano, con inevitabili sversamenti e pericoli di blocco totale.
 Quindi l’altra opera urgentissima da parte di Comune ed Asa è quella di aumentare rapidamente la separazione fra fognature bianche e nere in modo da giungere progressivamente ad una fognatura nera integrale, con enormi vantaggi nei costi e nella sicurezza.
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Altri possibili eventi che, seppur negati o mai neppure ipotizzati da Comune ed ASA, potrebbero aver contribuito a causare il massiccio inquinamento del litorale. (Capitolo complottistico).
In ordine decrescente di probabilità:
1)  Lo sversamento di liquami dell’impianto di ripompaggio ASA alla foce del Fosso delle Prigioni, effettivamente avvenuto la mattina del 1 settembre, potrebbe esser  finito massicciamente in mare e non essere stato invece contenuto totalmente nell’alveo del fosso e quindi pompato via da ASA, così come invece affermato nell’Ordinanza 192, di revoca immediata (senza analisi) del divieto di balneazione (ord. 191) della stessa mattina. (Probabile, anche se ufficialmente negata nell'ordinanza, ma poi qualche dichiarazione anche del sindaco è cambiata....)
2)  L’impianto ASA di ripompaggio posto alla foce del Renaione, sotto Piazza Gramsci, potrebbe essersi bloccato ed analogamente a quello delle Prigioni avere sversato liquami in mare; e nessuno se ne sarebbe accorto per la contemporaneità con il fortissimo acquazzone e con l’acqua che arrivava abbondante dal fosso. (Possibile anche se mai ipotizzata, ma l'ASA qualcosa aveva ventilato...)
3)  L’impianto di depurazione della Valle (accanto al Cimitero) potrebbe essersi bloccato per vari motivi ed aver dovuto immettere i  liquami non depurati direttamente nella condotta di scarico sottomarina che sbocca al largo. Le correnti verso riva (da verificare), avrebbero fatto il resto. (Possibile anche se mai ipotizzata, se non da qualcuno...)
4) L’impianto di depurazione di Guardamare potrebbe essersi bloccato per vari motivi ed aver dovuto immettere i  liquami non depurati direttamente nella condotta di scarico che porta l’acqua depurata a Piombino, con conseguente apertura del bypass di emergenza che immette nel Botro ai Marmi. (Improbabile e contrastante con le stesse analisi)

Queste ipotesi, d'altronde, sembrano quelle ipotizzate dal sindaco (almeno le prime tre). Infatti, affinché la colpa sia totalmente dell’ASA, (e non anche o solo dei fossi e degli scarichi irregolari) così come ipotizzato dal sindaco sul giornale, bisognerebbe che lunedì mattina 1 settembre si fossero verificate CONTEMPORANEAMENTE le seguenti circostanze:
1)  Correnti marine decise con direzione nord-sud e vento di ponente o maestrale
2)  Grave anomalia del depuratore della Valle con scarico a mare (condotta sottomarina o bypass delle Rozze) di una certa quantità di liquami.
3) Grave anomalia dell’impianto ASA della foce del Renaione con sversamento di liquami in mare
4) Grave anomalia dell’impianto ASA della foce delle Prigioni con sversamento di liquami in mare (al contrario di quanto affermato dallo stesso sindaco nell'ordinanza 192)
Solo la contemporaneità di questi quattro eventi potrebbe infatti giustificare da sola:
(1+2) L’alto inquinamento del punto di prelievo del Bucaniere (sottovento alle Rozze)
(1+3) L’alto inquinamento del punto di prelievo del Delfino (sottovento al Renaione)
(1+3)  l’inquinamento minore del punto di prelievo del Florida (più lontano dal Renaione)
(1+4)  L’alto inquinamento del punto di prelievo del Venere (sottovento alle Prigioni)
(1+4)  l’inquinamento assai minore del punto di Riva degli Etruschi (molto lontano dalle Prigioni)
Naturalmente tutto può essere, ma una tale coincidenza di circostanze appare troppo sfortunata per essere credibile e quindi assai improbabile.

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