venerdì 26 agosto 2011

Ancora sul peso (eccessivo) della Contessa Lea

C'è almeno un errore materiale grave
Il Piano deve essere corretto e ripresentato
.
Ricordate quel manufatto precario stretto e lungo sul confine di levante del nucleo poderale Contessa Lea Poggettino ?
Quella serra con teli copriescopri, già precaria di nascita, che nelle foto aeree del 2010 appariva come ormai semi inesistente e invasa dalla vegetazione ?
Quella serra precaria, negli elaborati del Regolamento Urbanistico (tavola qui sotto), era tuttavia considerata come superficie utile (una porzione dei famosi e misteriosi 17.000 mq) da recuperare come abitazione, in altro nucleo poderale di Rimigliano. Un' operazione quindi di ristrutturazione urbanistica "senza consumo di territorio" .

I nostri fortissimi dubbi consistevano nel fatto che si potesse considerare anche un tale precarissimo manufatto come superficie utile recuperabile.
Fra le centinaia di elaborati allegati al RU non esiste uno straccio di rilievo dei più volte citati  "volumi esistenti" e neppure una stringatissima tabella con, in basso a destra, un totale di 17.000 mq.  Così, tanto per dare un po' di soddisfazione a quei poeri grulli che, non si è mai capito perché, si divertono a spulciare tutti quegli elaborati del RU, prodotti, fra l'altro, ad un costo salatissimo.
L'arch: Giommoni nella sua relazione è molto evasivo sul punto, e si limita a dire che questi 17.000 mq. (già questa cifra così tonda appare del tutto improbabile) è contenuta in un rilievo che si trova agli atti del Comune fin dalla fine degli anni 90. E che, volendo (ma lo vogliamo davvero?), è possibile verificarlo in qualsiasi momento.
Per scrupolo ci siamo pazientemente riletti tutti gli articoli sull "affaire" Rimigliano dal dicembre 2004 fino a tutto il 2007, con le dichiarazioni di Biagi, Giommoni e Berrighi.
Intanto, fino a pochi mesi dell'adozione della variante al PS, tutti e tre parlavano sempre di 17.500 mq (si vede che poi c'è stato uno sconto).
Su questa cifra che, di fronte ai precedenti 12.500, aveva sollevato qualche stupore nel pubblico, i soggetti non hanno mai rilasciato dichiarazioni. In un articolo del 21 settembre 2006 (qui) il giornalista Guidoni, del Tirreno, riferiva quanto segue:
"Al di là delle dichiarazioni ufficiali l’ipotesi che circola circa il nuovo assetto di Rimigliano parla di un completo recupero del patrimonio edilizio esistente 12.500 metri quadri di pavimenti secondo il piano strutturale esistente, 17.500 secondo la una vecchia rilevazione che includeva anche lamiere e tettoie (come disse l’architetto Bartolommei redattore del piano). " E questo è tutto.
Il Comune sul punto continua a nicchiare, ma ormai si può tranquillamente dire che su questo antico, favoloso, misterioso  elaborato (una vera e propria araba fenice) il nostro interesse è limitato alla curiosità di vedere se il supporto è un papiro o una pergamena.
Infatti, al di là della verifica oggettiva in loco, che a questo punto resta l'unico metodo serio (anche a garanzia di tutti i soggetti coinvolti) di verifica della sussistenza o meno dei volumi dichiarati dal piano come esistenti, esiste un'elaborato ufficiale al quale potersi riferire con ottima presunzione di corretezza e validità.
L'elaborato è la Carta Tecnica Regionale (CTR), che fa testo anche per il Comune di San Vincenzo.

E allora diamoci un'occhiata:
Apriamo la Cartografia Ufficiale del Comune, tenuta dal Circondario della val di Cornia,  che avverte:  "la mappa permette di visualizzare gli elementi geografici con la massima precisione a qualsiasi scala"

Inquadrando il podere Contessa Lea, la CTR rileva la famosa serra, ma la rappresenta neppure come tettoia (due diagonali incociate all'interno del contorno), ma con semplice contorno vuoto a tratto e punto, come manufatto precario privo di copertura (serra leggera, concimaia, piazzale con muretti ecc.)

Di seguito si riporta anche il sovrapposto della CTR con il volo regionale 2010

Conclusione
Secondo la cartografia ufficiale della Regione e del Comune, quella serra (come logico e del tutto ovvio) non è un fabbricato coperto, non è un volume, non è neppure una traballante tettoia.
Non è nulla.
Quindi anche se il totale di 17.000 mq  fosse stato matematicamente esatto, siccome sicuramente comprendeva la serra, è sicuramente ed oggettivamente errato e deve essere corretto e ridotto a 16.600 - 16.700 o quel che sarà.
Non importa neppure andare a vedere gli altri poderi.
Basta questo errore materiale per invalidare uno dei presupposti fondamentali del piano (esclusivo recupero dei volumi esistenti) e quindi decretarne l'automatica annullabilità.
Si spera, a questo punto, d'Ufficio, da parte dello stesso Comune, in autotutela, in modo da evitare, ai soggetti coinvolti, ritardi,  guai e danni ben più gravi nel prossimo futuro.

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