sabato 10 giugno 2017

Giacomino da stamani è in vacanza.



Venerdì sera alle cinque ha staccato dal lavoro ed è andato finalmente in ferie per dieci giorni. Ieri sabato è partito con la famiglia da Lambrate e dopo un faticosissimo viaggio è arrivato nel tardo pomeriggio alla sua agognata meta: la bellissima, mitica, favolosa San Vincenzo.

L’appartamento che Giacomino ha affittato per 1.300 euro su airbnb si è rivelato un po’ deludente. A parte i mobili e le attrezzature risalenti agli anni sessanta, ha scoperto alcune amene caratteristiche che su internet non erano segnalate: il ristorantino a venti metri sopravvento dal quale provengono giorno e notte un rombo di ventilatore e intensissimi miasmi di olio fritto, e la mancanza di parcheggi gratuiti nei dintorni, con relativo obbligo di lasciare l’auto a cinquecento metri di distanza.

Vabbè, ma a San Vincenzo ci si viene per andare sul mare, mica per stare in casa. E la spiaggia è vicinissima, a meno di cento metri, quindi chissenefrega della TV col decoder, del fritto e del parcheggio.

Appena disfatte le valigie, Giacomino, la moglie e i ragazzi sono andati tutti alla vicinissima spiaggia per vedere dove potersi piazzare la mattina dopo. Sorpresa! La cosiddetta “comoda spiaggia libera a disposizione" propagandata su airbnb è uno straccio di 15 metri di larghezza, che è anche il passaggio pubblico, dove si ammassano alla rinfusa schiere di disperati calpestati da chi cerca di arrivare alla battigia.

Gli enormi stabilimenti balneari sui due lati (con grandi cartelli dove vantano di essere "tinozza free") praticano prezzi da amatori che prosciugherebbero il budget di Giacomino e inoltre, a parte gli altoparlanti che sparano in continuazione musicaccia a 90 decibel, hanno ombrelloni disposti secondo le misure standard delle celle delle carceri del Ruanda, del tutto impraticabili da chi, come Giacomino, soffre di una leggera forma di claustrofobia.

Vabbè, fortunatamente a San Vincenzo c’è perlomeno la meravigliosa spiaggia di Rimigliano, lunghissima, splendida, dove c’è posto comodo per tutti. Si dovrà prendere tutti i giorni la macchina, fare un po’ di fila la sera e impazzire per ritrovare al ritorno un parcheggio, ma insomma pazienza. Una bella giornata di mare a Rimigliano fa scordare tutto.

E così stamattina alle dieci e mezzo Giacomino, moglie e i due bimbi, sono usciti di casa belli pimpanti, portandosi dietro, fino alla macchina, ombrellone, seggioline, asciugamani, borsa termica refrigerata col pranzo preparato all’alba dalla moglie, e bottiglie di acqua e di vino.
Dopo venti minuti l’entusiasmo era un po’ scemato. La Principessa era già piuttosto piena. I posti liberi dove parcheggiare erano ancora numerosi, ma tutti dalla parte opposta del mare, al sole, sullo sterrato e tutti dietro una minacciosa linea blu che significava evidentemente “a pagamento”.
Parcheggiato finalmente sul ghiaino blu, Giacomino ora non sapeva che fare. Va bene “a pagamento”, ma dove, come, quanto? Nessun cartello o macchinetta mangiasoldi in vista a perdita d’occhio.
Finalmente aveva fermato un ciclista che, dopo aver investito sulla pista ciclabile tre adulti un bambino e due cani, marciava ora sulla carreggiata stradale cercando inutilmente di suicidarsi, incerto se farsi arrotare da un camion o schiantarsi contro uno sportello aperto d’improvviso. Da lui aveva appreso che gli pareva di aver visto una macchinetta dei biglietti, nascosta fra le auto parcheggiate, circa trecento metri più a nord.

Lasciata la famiglia in fiduciosa attesa si era incamminato al sole lungo la strada, con un occhio continuamente alle spalle, fermandosi schiacciato contro le auto in sosta, ogni volta che vedeva arrivare un camion o un autobus che lo frisavano in un turbinio di polvere e di ghiaino.

Arrivato stressato, ma miracolosamente incolume alla macchinetta, aveva appreso che per arrivare a sera come desiderava, occorrevano ben otto euri, e tutti in moneta spicciola, Niente banconote, niente bancomat, niente di niente. Ma lui in tasca di spiccioli aveva solo 1 euro e cinquanta. E ora?
Giacomino, ormai profondamente depresso, a quel punto era incerto fra prendere a calci la macchinetta fino a sbarbarla, pisciare nella fessura dei soldi sperando che il meccanismo esplodesse, oppure suicidarsi buttandosi sotto la prima macchina in arrivo. Poi aveva realizzato che dovendo suicidarsi sarebbe stato più di soddisfazione fare prima almeno una strage dei sadici responsabili.
Infine aveva deciso di telefonare alla moglie e saputo che lei aveva sufficiente moneta era tornato dove aveva lasciato la famiglia e, presi gli euri spiccioli, era tornato alla macchinetta, fatto il biglietto da 8 euro e poi ritornato alla macchina a mettere il ticket sul cruscotto. Quasi mezz’ora e milleduecento metri avanti e indietro, quasi tutti nella carreggiata stradale, scansando auto, camion e autobus.
Finalmente ora potevano andare in spiaggia, anche se a Giacomino erano passate tutte le voglie di mare e dentro di se fantasticava invece ormai solo di stragi e carneficine.
Stasera, dopo avere fatto la sua doverosa coda di rientro, parcheggiato quasi alla Piana, trascinatosi per un chilometro a piedi con la famiglia e con tutta la mercanzia da spiaggia fino a casa, rintanato nel suo accogliente alloggio airbnb, nel divanetto sfondato, davanti alla sfarfallante tv analogica, con la musica e il vocio dell’adiacente festival della triglia, che coprono ogni altro suono, coi vestiti, tende e coperte intrise di puzzo di fritto e di pelle bruciata di pesce, Giacomino sta rimuginando cupo sull’impresa impossibile di andare avanti altri nove giorni a quel ritmo, ancora incerto fra compiere domani una strage epocale, o ripiegare invece su una semplice definitiva ecatombe.
Però una decisione definitiva almeno l’ha presa. L’anno prossimo non ci sono santi: tutti all’Idroscalo di Linate. Spiaggia vicina, economica, tranquilla e soprattutto comoda e riposante. Altro che bandiere (e strisce) blu dei miei cojoni. Crocione!


Dieci giorni dopo.....


Giacomino, martedì ha salutato San Vincenzo, tornando nella sua Lambrate. Alla fine si era adattato alle sadiche usanze locali, riuscendo a terminare la vacanza, senza il crollo nervoso che aveva paventato la sera del primo giorno.

La mattina si erano adattati a saltare tutti e quattro giù dal letto, ingozzarsi a colazione e partire prima delle 8,30 per Rimigliano in tempo per trovare un parcheggio sterrato e al sole, ma almeno gratis. La sera si era messo a bere a cena una intera bottiglia di spumantino rosé in offerta a 1,50 euro della coop, in modo che dopo cena e dopo quattro fragorosi rutti, si era sempre addormentato di schiocco sul divanino sfondato davanti alla TV sfarfallante, fregandosene dello smisurato puzzo di fritto del ristorantino sopravento e del casino proveniente dal festival della triglia che impazzava ogni sera sotto casa.

Insomma, incredibilmente, ce l’ha fatta ad arrivare in fondo ai 10 giorni fissati con Airbnb. Ora tornato a casa, come si era ripromesso, la prima cosa che ha fatto è stata quella i fissare una camera per il giugno 2018, all’idroscalo di Milano. Già pregusta la comodità, la tranquillità, i facili parcheggi, e il meno di metà prezzo di quel luogo beato dove, fra l’altro, ignorano cosa siano le tinozze.
http://vivimilano.corriere.it/.../nuoto-libero...

Archivio blog