martedì 22 gennaio 2013

Spiaggia di Rimigliano - Petizione a Provincia di Livorno e Comune di San Vincenzo



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lunedì 21 gennaio 2013

Massacro della spiaggia di Rimigliano - Le domande che avremmo voluto fare ai responsabili

Il Tirreno – San Vincenzo – Articolo del 21.1.2013
Erosione, interventi solo dopo l’estate
Paolo Federighi
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In arancio le domande che avremmo voluto fare.
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Il piano antierosione previsto sulla spiaggia di San Vincenzo – con particolare interessamento del tratto a sud, sul litorale di Rimigliano – è un intervento di recupero dei sistemi dunali e riequilibrio del litorale, approvato dal consiglio regionale nel 2003. Finanziato con fondi regionali per 776mila euro, è sviluppato dalla Provincia in qualità di soggetto attuatore. Secondo l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Elisa Cecchini, l’inizio degli interventi slitterà a dopo l’estate 2013 per permettere una più scrupolosa programmazione.
Gentile assessore Cecchini, come valuta alcuni degli interventi previsti a Rimigliano, che appaiono drammaticamente intrusivi, deturpanti e rischiosi, quali lo scavo con ruspe di profonde trincee, i chilometri di salsiccioni di ramaglie e di alte recinzioni che saranno eseguiti su tutti i cinque chilometri della spiaggia di Rimigliano ?

Michele Giunti, specialista in scienze forestali della società Nemo – che ha collaborato al piano esecutivo con Iris – è uno dei progettisti incaricati dalla Provincia: «Si tratta – spiega – di interventi di riqualificazione naturalistica e ambientale, sperimentati per la prima volta al mondo, che interesseranno soprattutto il tratto a sud del Comune di San Vincenzo, dove l’erosione si accentua.
Caro dott. Giusti, perché scegliere un ambiente unico e intatto come Rimigliano per sperimentare interventi che verranno "sperimentati per la prima volta al mondo"? Non le pare un azzardo? E se questo esperimento primigenio provocasse, come molti temono,  danni irreparabili, chi ci renderà il nostro Rimigliano?

Non pare affatto che a Rimigliano l’erosione si stia accentuando. Anzi, da un confronto delle foto aeree degli ultimi sessant’anni la spiaggia appare allungata e la vegetazione della duna rinfittita. Rispetto alle foto aeree del 1954, il miglioramento appare addirittura macroscopico (vedi ad esempio QUI le prove oggettive inconfutabili)Perché quindi continuare a parlare, contro la verità, di erosione che si accentua e di duna da ripristinare?

Sono interventi analoghi a quelli in atto alla Sterpaia, basati sull’utilizzo di legname derivante da materiale spiaggiato, da pini caduti e prelevato da interventi necessari di taglio della vegetazione del bosco. 
Davvero vuole paragonare lo stato disastroso della spiaggia della Sterpaia con lo stato quasi ottimale della sontuosa spiaggia di Rimigliano, che la stessa relazione dei progettisti definisce di profondità e dislivello ottimale?

Oltre al legname, sarà utilizzato il biotessuto in fibra di cocco, tutti materiali biodegradabili». «Vicino alla duna – prosegue Giunti – saranno collocati pali di legno e picchetti che proteggeranno l’ecosistema e contribuiranno a diminuire i varchi d’accesso attraverso le dune, segnalati con pannelli per indurre a comportamenti più rispettosi delle dinamiche naturali».
Perchè tralascia di dirci delle profonde trincee che saranno scavate con le ruspe, al piede della duna per interrarci i salsiccioni in fibra riempiti di legname, trincee che distruggeranno per sempre le radici sotterranee della vegetazione della prima duna (altro che passaggio dei trattori) ?

Giunti specifica che il taglio del bosco non sarà indiscriminato, ma di piccola quantità: «Per taglio del bosco, necessario ai fini naturalistici – dice Giunti – s’intende poche centinaia di piante, comunque pericolanti, il cui legno sarà utilizzato vicino alla duna, parallelamente alla linea di costa, e collocato all’interno di “salsicce” di stuoia riempite di sabbia, cippato (legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri a un paio di centimetri ndr) ottenuto in loco e posidonia. Il tutto sarà accompagnato da piantumazioni di specie arbustive e arboree.
Come mai sul progetto, le porzioni di bosco destinate  a taglio di diradamento per ricavare il legname necessario, sono decine di ettari ?
E come si farà a ricavare da poche centinaia di vecchi pini pericolanti tutte le migliaio di metri cubi di legname necessario per  i 400 metri di viminate, per i 2000 metri di cataste di legame e ramaglia, per 550 metri di biogabbioni, per i 3000 metri cubi di cordone antedunale e per tutto il resto che andrà ad ingombrare per anni la spiaggia di Rimigliano?

Le opere avranno una durata di 5, 10 o più anni, ma nel frattempo la duna si sarà ricostituita». Altri interventi riguarderanno la difesa della sughera, «ormai rara in questa zona – sostiene Giunti – attraverso i cosiddetti “sfolli”, consistenti nell’eliminazione di alcune piante di leccio al fine, appunto, di difendere la sughera».


Oltre ai comportamenti irrispettosi da parte degli uomini, secondo il tecnico forestale c’è un’altra importante causa dei danni all’ecosistema e dell’erosione: «Senza dubbio – conclude Giunti – il passaggio dei trattori dal piede dunale per effettuare le pulizie va a incidere su di esso scalzandolo, e rappresenta uno dei fattori principali di danno alla duna.
Non sarebbe stato più semplice, più logico e più razionale e più economico impedire al Comune ed al Consorzio Sabbia Etrusca questo dannoso comportamento che è continuato imperterrito fino a tutto lo scorso settembre 2012?
Inoltre, ci scusi, scavare con le ruspe profonde trincee nel "piede dunale" non le sembra un'azione cento volte più dannosa e criminale del passaggio dei trattori? Ma di cosa stiamo parlando? 

In più, quando si fanno le pulizie, il legno e la posidonia, spesso trattati come rifiuti, non vanno portati via ma lasciati dove sono, perché hanno una funzione centrale per il mantenimento dell’ecosistema dunale. Tra gli obiettivi basilari dell’intervento, infatti c’è anche la definizione di corrette modalità di gestione della pulizia sulle spiagge».
Non sarebbe stato più semplice, più logico e più razionale, e più economico impedire al Comune ed al Consorzio Sabbia Etrusca di trattare legno e posidionia  come rifiuti da portare a caro prezzo in discarica o da utilizzare per la costruzione della falsa duna di viale Marconi?
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Ecco qui sotto la spiaggia "da recuperare" che secondo la Provincia,  i progettisti (NEMO srl e IRIS sas), ed il Comune complice silenzioso e condiscendente, dovrà essere ridotta ad un campo di battaglia.
Questa è la zona, seicento metri a sud della foce del Botro a Marmi, dove è previsto il doppio intervento (scavo di trincee con interramento di salsiccioni in geotessile, cordone di legname sciolto ai piedi della duna e recinzione su megapali antivandalismo, in mezzo alla spiaggia)

Progetto di intervento nel Parco di Rimiglianodo: importo 774.000 euro - Provincia di Livorno Responsabile del procedimento Dott. Enrico Bartoletti - Funzionari  addetti Dott. Alessandro Bini Dott. Enrica Mori - Progettisti - NEMO srl - P.zza D’Azeglio, 11 Firenze; Dott. Leonardo Lombardi Dott. Michele Giunti Dott. Viviana Cherici - IRIS sas -  Via Volterrana 179-183 Cerbaia Val di Pesa (FI); ing. Maurizio Bacci ing. Stefano Corsi dott.Arnaldo Galleri.
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Riceviamo:
"Tutta la mia solidarietà al Vostro Comitato. Quanto ho letto nel Vostro allegato ha dell'incredibile: soldi pubblici sperperati per un lavoro privo di una motivazione logica e, per di più, di una qualsiasi motivazione scientifica. La naturalità dell'area verrà, infatti, inevitabilmente stravolta.
A mio avviso, il progetto presenta risvolti che possono essere spiegati solo nell'ambito di un tentativo di predisporre l'area per un futuro "ordinato" sfruttamento turistico della spiaggia stessa.
Cordialmente,
Prof. Folco Giusti
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Siena,
Via Mattioli, 4, 53100 Siena"

6 febbraio 2012



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Effettivamente va detto che le spiagge della Normandia, a seguito degli interventi anti erosione eseguiti nel 1944 dalla provincia di Cherbourg, su progetto della "Rommel ingegneria naturalistica srl", si presentano ancor oggi in ottime condizioni.



domenica 20 gennaio 2013

Sanvincenzini affrettatevi - Occasione irripetibile da non perdere

(Per i primi otto che prenotano una villetta a Rimigliano, pare ci sia uno sconto del 2%)
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Il 28 dicembre scorso la Rimigliano srl ha presentato in Comune la prima richiesta di permesso edilizio per il primo podere di Rimigliano.
Per il rilascio dell'autorizzazione è necessario però che venga prima confermata l' "interpretazione Filippi" della norma (art. 5 RU) che consente di condonare qualsiasi oggetto esistente prima del 1967, anche se privo di qualsiasi permesso, sulla base di dichiarazioni testimoniali.
Siamo ormai quindi in IMMINENTE attesa della eventuale conferma interpretativa di questa favorevolissima norma, (che il Comune, con determina n. 592 del 23.10.2012, ha richiesto agli avv. Luisa Gracili e Piera Tonelli, per una spesa di € 7.078,50 ) e la sua prima eventuale applicazione UFFICIALE in occasione del rilascio del primo permesso per Rimigliano.
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In attesa, ormai brevissima, della prima applicazione di questa norma soprannominata in Comune "condonatuttoagratis
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Alcune fagianaie di Rimigliano (volume condonabile e recuperabile)
INVITIAMO tutti i cittadini che in passato abbiano dovuto condonare a pagamento opere eseguite su immobili costruiti fino al 1967, a prepararsi (nel caso di cui sopra) a chiedere al Comune il risarcimento di tutte le sanzioni inutilmente pagate, degli interessi e dei danni morali, dovuti alla intollerabile disparità di trattamento a cui sono stati sottoposti.
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DIFFIDIAMO  infine ad ogni Sanvincenzino proprietario di un qualsiasi pezzetto di terreno con qualche conifera o altro albero sempreverde, che, a partire dal 1974 abbia impedito alle foto aeree di distinguere cosa ci fosse sotto il fogliame,  e che avesse la necessità di costruire una casa, per se o per i figli, dal tenere questi esecrabili comportamenti:
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1) Accertarsi, controllando i voli della Regione dagli anni 70 in poi, che la porzione di terreno prescelta risulti in tutte le foto aeree, sempre coperta dagli alberi.
2) Acquistare da qualche venditore di ferrivecchi un buon numero di sostegni ad arco da serre e di relativi traversi. Più sono storti e arrugginiti e meglio è.
3) Nel luogo prescelto, sotto gli alberi,  mettere in opera alla meglio i ferri della serra, appena piantati nel terreno o semplicemente appoggiati e bloccarli fra loro con i traversi. (tempo necessario per 100 mq: circa 3 ore)
4) Ricoprire i ferri con rete da polli o da fagiani, meglio se arrugginita, altrimenti prenderla della qualità peggiore in modo che arrugginisca in un paio di mesi. Alla peggio, spruzzarci sopra un po' d'acido muriatico (attenzione agli occhi).
5) Chiamare un geometra e far accatastare il pregevole manufatto come tettoia, stalla o quello che gli viene in mente, tanto il Catasto, purché paghino, accetta tutto. Nell'apposito spazio del Docfa mettere, come anno di costruzione, il 1965.
6) Farsi firmare dal nonno novantenne una dichiarazione nella quale dica che effettivamente nel 1966, quando si sposò la Cesira e si fece il rinfresco in giardino, la voliera c'era di già. A dir la verità dava anche piuttosto noia ed era stato lì lì per buttarla giù.
7) Appena approvata la norma rimiglianense che condona gratuitamente tutto il costruito ante-1967, portare in Comune, le foto della voliera, la dichiarazione del nonno ed il certificato catastale, chiedendo la Conformità urbanistica ai sensi della nuova norma.
8) Appena confermata la inevitabile e meritata Conformità, presentare un progetto di ristrutturazione della voliera, con trasformazione in villetta unifamilare. Pagare qualche euro di oneri, ma risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro di terreno edificabile.
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Non fate quanto sopra, anche se indotti dai provvedimenti del Comune. 
Non sarebbe onesto.

Secondo alcune indiscrezioni, questa sarebbe la nuova formulazione prevista per l'art. 5
"Per gli edifici esistenti nei Sistemi ambientali ed insediativi del territorio Comunale, realizzati prima del 1° settembre 1967, ancorché difformi dal progetto esistente agli atti comunali, ancorché privi di abitabilità, ancorché privi di planimetrie catastali dell’epoca, ancorché abusivamente realizzati, ancorché precari, la conformità urbanistica ed edilizia dell’edificio è attestata dalla semplice dichiarazione, ancorché falsa, da parte del proprietario, o ancorché di qualsiasi altro personaggio, ancorché fuori di testa, dell’esistenza al 1°settembre 1967  dello stesso edificio, od ancorché oggetto precario, od ectoplasma, ancorché non conforme allo stato attuale.

sabato 19 gennaio 2013

Rimigliano - Presentato il progetto per 8 villette nel podere delle Chiusacce. Riuscirà il buon architetto Tori a cavarci le gambe?

Il 28 dicembre scorso la Rimigliano srl ha presentato in Comune la prima richiesta di permesso edilizio, dopo l’approvazione della variante del Regolamento Urbanistico per la tenuta di Rimigliano.

La richiesta riguarda la ristrutturazione di 457 mq di edifici del podere Le Chiusacce, la demolizione dei rimanenti 502 mq di annessi del podere, di altri 862 mq di oggetti vari della tenuta e la loro sostituzione con 1.365 mq. di nuovi edifici da realizzare all’interno del nucleo poderale. Per un totale complessivo fra ristrutturato e del tutto nuovo di mq. 1.822 (il doppio di quelli oggi esistenti nel podere), da suddividere in 8 unità immobiliari terra-tetto con superficie media di mq. 227.
Il progettista, e questa è la prima vera sorpresa, non è l'indaffaratissimo studio Sparapani, ma l’architetto Bernardo Tori di Firenze. L’iter della pratica non si preannuncia però per nulla scontato.
Per prima cosa bisognerà acquisire il parere favorevole ella Soprintendenza e quindi l’autorizzazione paesaggistica. Trattandosi della Soprintendenza di Pisa, sempre molto acquiescente con il Comune di San Vincenzo (basti pensare ai vari ecomostri sulla spiaggia, ingollati senza colpo ferire) non ci dovrebbero essere eccessivi problemi.
Più complicato appare il rilascio del permesso comunale, vista la fantozziana normativa prevista dall’art. 5 del Regolamento Urbanistico Comunale, più volte rimaneggiata e taroccata su proposta del dirigente Filippi, ma risultata poi, alla prova dei fatti, inadeguata, grottesca, stravagante ed estremamente scivolosa e rischiosa per chi dovesse applicarla.
Da ultimo il Comune, non sapendo più dove battere il capo, ha creduto bene (con determina n. 592 del 23.10.2012) di impegnare  la somma di 7.078,50 di euro (tanto paga il Comune) per affidare allo studio legale Gracili di Firenze, l’incarico di riscrivere per l’ennesima volta (la terza o la quarta) l’art. 5 del RU affinché, una buona volta, consenta finalmente (senza però dichiararlo sfacciatamente) il condono automatico e gratuito di tutti gli immobili anteriori al 1967, anche se totalmente privi di licenza o autorizzazione, (come risultano buona parte dei quelli esistenti nella tenuta di Rimigliano), sulla base di semplici testimonianze di benevoli testimoni d'annata.
Vedremo come questa incredibile e paradossale vicenda si concluderà.
Una sola cosa è certa. Alla fine l'art. 5 del R.U. di San Vincenzo, risulterà l'articolo più caro (circa 2 mila euro a rigo) di tutta la storia urbanistica italiana del dopoguerra. Un primato di cui andare fieri, al pari della (anch'essa pagata salatissima) bandiera blu.
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Da alcune indiscrezioni provenienti da Firenze, ecco come dovrebbe essere l'articolo 5 del R.U. definitivamente modificato:
Art. 5 
"Per gli edifici esistenti nei Sistemi ambientali ed insediativi del territorio Comunale, realizzati prima del 1° settembre 1967, ancorché difformi dal progetto esistente agli atti comunali, ancorché privi di abitabilità, ancorché privi di planimetrie catastali dell’epoca, ancorché abusivamente realizzati, ancorché precari, la conformità urbanistica ed edilizia dell’edificio è attestata dalla semplice dichiarazione, ancorché fasulla, da parte del proprietario, o ancorché di qualsiasi altro personaggio, ancorché fuori di testa, dell’esistenza al 1°settembre 1967  dello stesso edificio, od ancorché oggetto precario, od ectoplasma, ancorché non conforme allo stato attuale.
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Per i precedenti



venerdì 18 gennaio 2013

Dal Porto al Delfino - Mezzo milione di euro di scogliere - Un vantaggio molto dubbio. Un pericolo certo.


I salsiccioni in geotessuto, progettati a carissimo prezzo dal prof. Aminti, alla prova dei fatti si sono rivelati una ciofeca (si rompono subito mangiati dai granchi e dalle cozze.) Quindi variante in corso d'opera, con maggiori oneri  e scogliere artificiali dovunque. 
Le scogliere parallele alla costa, a 100 metri dalla riva, saranno sommerse, ma solo di 50 cm. Fare molta attenzione agli stinchi!
Invece quella perpendicolare, davanti a piazza Gramsci, emergerà di 1,50 metri dall'acqua (larghezza: 3 metri in piano + due scarpate emerse di 2,50 ml. per un totale di larghezza emersa di 8 metri !!!) ed anche quella sulla spiaggia sarà alta circa un metro (lunga 19 metri e larga 2 metri !!!). Bellissimo manufatto.
Dovrebbe servire a non far scappare verso sud la sabbia del bagno Mediterraneo ed a proteggere quel bagno dalle inondazioni di fanghiglia puzzolente provenienti dal fosso Renaione (evidenziato in celeste sulla pianta).
Chi garantisce la bontà e la riuscita di questa carissima e impattante opera? Nessuno. Non è stata fatta nemmeno la Valutazione di impatto ambientale. I nostri amministratori sperano nella buona stella. L'unica cosa che conta è far contenti i balneari. Costi quel che costi.



Ma non s'era detto che pagava tutto la SALES e che  il Porto non ci sarebbe costato nulla ?
LAVORI PER LA PROTEZIONE DELLE SPIAGGE ANTISTANTI L’ABITATO DEL COMUNE DI SAN VINCENZO - Importi impegnati dal Comune - Primo stralcio appaltato a chi? ..... Alla SALES!


Come era il progetto originale approvato del tratto terminale in corrispondenza della foce del Renaione, fra i bagni Mediterraneo e Delfino. Salciccioni sommersi in geotessuto  (diametro 3,50 metri quelli paralleli e 2,00 metri, quelli perpendicolari) fino a circa 20 metri dalla riva. (Costo circa un sesto dell'enorme scogliera sommersa/emersa decisa con la variante)



Determina di variante

sabato 12 gennaio 2013

Feste finanziate dal Comune - Si attende ancora la pubblicazione dei Bilanci

Si premette che le feste estive organizzate a San Vincenzo durante la stagione estiva, pur non contribuendo più di tanto all'economia del paese (bilancio costi-benefici circa in pareggio) contribuiscono senz'altro a dare un immagine più giovanile alla nostra borgata ed a trattenere "in loco" molti ragazzi del posto, evitando che se ne vadano a macinare chilometri nella notte.
Quindi un plauso a chi organizza queste feste, movimentando l'estate Sanvincenzina.
Tuttavia, dal momento che il Comune elargisce agli organizzatori, contributi di notevole entità, e che queste corpose elargizioni non vengono condivise da tutti i cittadini, specie in periodi di carestia, come l'attuale, da tempo e da più parti viene richiesto che gli organizzatori ed il Comune pubblichino un bilancio realistico di queste feste, da cui emerga come vengano impiegati i contributi del Comune e la loro effettiva necessità.
Organizzare feste alle quali parteciperanno sicuramente migliaia di persone, senza dover sottostare ad onerose pratiche burocratiche, senza dover pagare l'affitto del luogo, con partecipanti sicuramente assetati e molti iper-assetati, con il Comune che da il suo patrocinio e provvede all'ordine pubblico ed alla successiva pulizia delle strade, è sicuramente il sogno di qualsiasi organizzatore di eventi.
Per feste del genere, molti organizzatori sarebbero probabilmente disposti a pagare per il permesso da parte del proprietario del suolo, e per le licenze.
In questo caso invece sono gli organizzatori che ricevono un contributo da parte del Comune.
Niente di male, purché venga pubblicato un bilancio COMPLETO, che renda conto di tutte le poste attive e passive e del risultato finale.
Poiché, nonostante le richieste, questo Bilancio non viene reso pubblico, affinché ne possa essere giudicata la completezza ed attendibilità, si provvede, nei limiti dei dati conosciuti a redigere un bilancio presunto di queste feste, sulla base dei dati noti ufficiali e di quelli ricavati dagli stessi organizzatori, in base ai loro manifesti ed alle loro dichiarazioni.
Ogni eventuale integrazione e correzione sarà naturalmente bene accetta.


Apprendiamo ora (maggio 2013) che una parte consistente degli incassi era costituita dalle sponsorizzazioni e dalla pubblicità di molti esercizi commerciali e turistici. Tali consistenti incassi, che andrebbero ad incremento dell'attivo, sono stati completamente omessi e non considerati in questi bilanci presunti. Ce ne scusiamo con il lettori.




sabato 5 gennaio 2013

Pratiche edilizie a San Vincenzo- Ingorgo monopolistico



San Vincenzo un Comune dove l’edilizia sembra ribollire, almeno a giudicare dal numero elevato di pratiche edilizie che vengono protocollate, ogni anno; circa 10 pratiche edilizie  per ogni 100 abitanti, e circa 20 per ogni chilometro quadrato di territorio comunale.

Più o meno il triplo di Comuni vicini come ad es. Campiglia Marittima – Venturina. 

Nel solo 2012 sono state presentate al protocollo edilizio di San Vincenzo, 669 pratiche di cui 459 firmate da un tecnico e 210 senza firma del tecnico in quanto manutenzioni ordinarie, matricole ascensori, violazioni e altro.
Nonostante questa abbondanza si nota una distribuzione assai anomala delle pratiche edilizie fra la quarantina di tecnici (geometri, periti e dottori agrari, ingegneri e architetti) che lavorano nel territorio.
Infatti esaminando il 2012 appena trascorso, risulta che solamente sette tecnici hanno presentato nell’anno più di dieci pratiche o integrazioni, mentre uno studio tecnico, da solo,  ne ha presentate ben 191, poco meno della metà del totale.
Se poi si escludono le piccole manutenzioni straordinarie ed i mini interventi e si esaminano le pratiche più corpose come gli ampliamenti, le nuove costruzioni, e gli interventi urbanistici, le percentuali salgono ben oltre il 50%, fino quasi a sfiorare per quelle più importanti il 100%. Tutto questo senza alcuna valutazione da parte del Comune in merito ai limiti di competenza professionale dei geometri. (nota 1)
Questo studio è assai apprezzato in paese e ad esso si sono rivolti per le pratiche edilizie personali anche geometri dell’edilizia privata e il dirigente.
Certo al protocollo, chi si trova in fila dietro a questo studio, ha da aspettare un bel po’. Basti pensare che nel 2012, ad esempio, nei giorni 22 febbraio, 12 aprile e 26 settembre, l’incaricato dello studio ha presentato ben 6 pratiche di fila la stessa mattina. Però!


Come si esce però dai confini dell'oasi incantata di San Vincenzo, cominciano subito i guai.

(nota 1)
Limiti di competenza professionali dei geometri:
articolo 16 del R.D. n.274/29,
l) Progetto, direzione, sorveglianza e liquidazione di costruzioni rurali e di edifici per uso d'industrie agricole, di limitata importanza, di struttura ordinaria, comprese piccole costruzioni accessorie in cemento armato, che non richiedono particolari operazioni di calcolo e per la loro destinazione non possono comunque implicare pericolo per la incolumità delle persone; nonché di piccole opere inerenti alle aziende agrarie, come strade vicinali senza rilevanti opere d'arte, lavori d'irrigazione e di bonifica,
m) Progetto, direzione e vigilanza di modeste costruzioni civili;" 

Sindaco Biagi - E' tempo di bilanci - Il contratto con i sanvincenzini è stato rispettato ?

Ricordate il Programma di Legislatura 2009- 2014 del sindaco Biagi, tuttora depositato sul sito del Comune (QUI), con tante belle intenzioni e promesse. Una specie di Contratto berlusconiano con i sanvincenzini, anziché con gli italiani.
Rileggiamolo e, ormai giunti ad un anno dalla fine della legislatura, controlliamo quante delle 15 promesse sono state mantenute. per noi il risultato è 2 SI e 13 NO.
Per voi?

Il Programma di Legislatura depositato da Michele Biagi nel 2009

Il programma di mandato Biagi del 2009 ridotto a tabella per un consuntivo 




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